«Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”» (Mc 14, 37-38).
Una notte buia, una cena con gesti il cui vero significato – i discepoli – non comprendono a pieno, un annuncio sconvolgente, Giuda che esce solo e un interrogativo che scava nel cuore di tutti: è l’inizio della sequenza dei momenti più densi che costituiranno la passione di Gesù, l’inizio di quel sacrificio eterno che darà al mondo la salvezza.
Tuttavia, prima che ogni cosa giunga a compimento, prima che il Figlio dell’uomo sia consegnato (cf. Mc 10, 33), Gesù sente l’esigenza di ritirarsi in preghiera. Va, dunque, al Getsemani con tutti i discepoli e li fa sedere mentre Lui va a pregare; si sposta più avanti e associa a sé Pietro, Giacomo e Giovanni perché, essi che erano stati testimoni della trasfigurazione sul Tabor (cf. Mc 9, 2), gli fossero più vicini in quell’ora di dolore: «Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”» (Mc 14, 34). Poi, si allontana di poco e inizia a pregare intensamente: «E diceva: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”» (v. 36).
Il dramma di Gesù è sconvolgente. In questo momento compie la scelta umana più complessa nell’esistenza di tutti: accettare o rifiutare la volontà di Dio quando questa comprende dolore e sofferenza? E se si accetta, fino a quanto si è disposti ad essergli fedeli anche in ciò che non si era previsto?
Gesù compie la sua scelta: non la mia ma la tua volontà! Così facendo, ancora una volta, ci mostra concretamente la sua penitenza: rinuncia alla sua volontà, alle sue prerogative divine, per essere fedele al Padre e al disegno d’Amore. Ecco, allora, un’istantanea del Cristo penitente, che dovremmo sempre ricordare.
Passa poco tempo, un’ora appena, e Gesù torna da Pietro, Giacomo e Giovanni ma li trova addormentati. Così pronuncia l’invito che diviene il titolo di questa piccola pubblicazione: «Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”» (vv. 37-38).
Vegliare e pregare, sono queste le due azioni che Gesù ci chiede di compiere nei momenti più intensi e travagliati della nostra esistenza quando si tratta di scegliere le cose più importanti.
Vegliare e pregare per sfuggire allo spirito del mondo che come una piovra ci corteggia con i suoi mille forti tentacoli per trascinarci in abissi che per noi sono mortali: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Lc 21, 34-36).
Vegliare e pregare, il binomio che sta alla base del Tempo di Quaresima, dove preghiera, digiuno ed elemosina diventano strumenti di discernimento per la comprensione della volontà di Dio e per la scelta da compiere.
Vegliare e pregare, è l’atteggiamento di San Francesco di Paola durante il Tempo di Quaresima ma è anche il nucleo sul quale poggia il suo Carisma penitenziale. Di lui, dal discepolo Anonimo contemporaneo primo agiografo, ci è detto: «[I]l buon Padre rimase per tutto il tempo della quaresima chiuso nella sua cella, senza che nessuno, potesse conoscere né accorgersi se egli aveva qualcosa da bere o da mangiare. Durante questo tempo, i Paolani spesso andavano per rompere la detta cella, pensando e credendo che egli fosse morto. Ma una volta cominciarono a romperla, per cui il buon Padre, diede qualche segno che egli non era morto. Allora quegli uomini se ne stettero tranquilli, e anche i detti frati rimasero tutti stupiti»[1].
Questo stile di vita, da San Francesco di Paola, non è relegato alla sola quaresima liturgica, bensì viene esteso a tutto l’anno e per tutto il tempo della vita, seppur in modo differente da come lo ha vissuto lui personalmente. Ecco la vita quaresimale professata dai Frati Minimi: una vita che si fonda sulla perenne esigenza della veglia e della preghiera. La veglia resa possibile da una vita che si basa sull’essenziale, sotto la forma dell’ascesi quaresimale perpetua, la preghiera che mira ad essere pura, intimo dialogo con Dio, scevra da ogni tipo di legame ed inquietudine mondana.
Si potrebbe dire che i Frati Minimi si propongano di continuare la veglia penitenziale preparatoria alla passione alla quale sono stati chiamati Pietro, Giacomo e Giovanni, ma che il sonno ha interrotto. Una penitenza che vuole essere presenza nella sofferenza di Cristo che è amore puro per Dio e per l’umanità intera.
Vegliare e pregare, sono questi i due fini per cui nasce questo piccolo opuscolo. In esso troverete: gli estremi della Liturgia della Parola giornaliera, la pericope evangelica del giorno, una piccola riflessione e una breve preghiera. Piccoli spunti che vogliono essere come scintille che accendono il fuoco nel torpore della quotidianità per spronarci a ruminare la Parola di Dio e così imparare a vegliare e pregare.
Un grazie a: P. Alfonso M. Longobardi o.m., Vicario parrocchiale della Basilica di S. Andrea delle Fratte/Santuario della Madonna del Miracolo in Roma, fr. Fabrizio M. Formisano o.m., Religioso studente in Teologia, M.R.P. Francesco M. Carmelita o.m., Correttore Provinciale della Provincia S. Maria della Stella dell’Ordine dei Minimi, M.R.P. Giacomo D’Orta o.m., Assistente Generale dell’Ordine dei Minimi e Parroco della Basilica di S. Andrea delle Fratte/Santuario della Madonna del Miracolo in Roma, P. Taras M. Yeher o.m., Membro della Comunità del Convento di S. Andrea delle Fratte in Roma, per aver redatto i commenti e le preghiere che costituiscono queste pagine.
Fr. Fabrizio M. Formisano o.m.
Il sussidio può essere scaricato anche in formato Pdf dal seguente link:
[1] Anonimo, Vie et miracles de S. Francois de Paule Istituteur de l’Ordre des Freres Minimes, in La vita di san Francesco di Paola raccontata dall’Anonimo discepolo contemporaneo nel testo originale francesce ritrovato dal p. Rocco Benvenuto o.m., a cura di G. Fiorini Morosini e R. Quaranta, Rubettino, Soveria Mannelli 2019, 102.
Credits:
Ordine dei Minimi
– Provincia S. Maria della Stella
– Santuario Madonna del Miracolo/Parr. S. Andrea delle Fratte
Vegliate e pregate. Riflessioni quotidiane per il Tempo di Quaresima (Anno A).
© Provincia S. Maria della Stella – Ordine dei Minimi
Via Stella n. 25
80135 – Napoli
© Basilica Parrocchiale S. Andrea delle Fratte – Santuario Madonna del Miracolo
Via di Sant’Andrea delle Fratte, 1
00187 – Roma
Progetto grafico:
Fr. Fabrizio M. Formisano o.m
In copertina: San Francesco di Paola in preghiera nella grotta, olio su tela, ignoto, Convento di S. Andrea delle Fratte – Roma
Fine redazione: Febbraio 2023
Proprietà letteraria riservata.
Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.