I Santi, pellegrini e visitatori presso il nostro Santuario
Non riusciamo ad enumerare con precisione l’immensa schiera di Santi e Beati che sono passati da Sant’Andrea delle Fratte. Nei nostri archivi è stato registrato il passaggio di S. Vincenzo Pallotti, S. Giovanni XXIII, S. Luigi Orione, S. Luigi Guanella, S. Maria Crocifissa di Rosa, S. Daniele Comboni, S. Josemaría Escrivá, la Beata Maria Teresa Lodocowska, Padre Emanuele d’Alzon, fondatore degli Assunzionisti… e chissà quanti altri “Giganti della Fede” hanno deposto silenziosamente le loro preghiere ai piedi della Madonna! Qui sono arrivati da sempre una fila di “figli” per buttarsi tra le braccia della Madonna. Nel suo cuore c’è posto per tutti. Al suo amore costoro possono attingere e ricevere tutto il possibile ed anche l’impossibile.
San Giovanni Bosco
Narrò l’Apparizione della Madonna ai ragazzi dell’Oratorio Salesiano lo stesso anno 1842, lasciandone memoria nella sua “Storia Ecclesiastica”. Nei frequenti soggiorni romani egli si recò spesso ai piedi della Madonna. Una visita è registrata dal suo segretario don Gioacchino Berto nel Sabato Santo del 1880, era il 27 marzo. Pensando che le Costituzioni della nuova Società Salesiana non sarebbero state approvate, inviò don Berto in S. Andrea delle Fratte per accendere dei ceri e per far celebrare una S. Messa all’Altare dell’Apparizione. La Vergine esaudì presto le sue preghiere.
San Giovanni Paolo II
Conserviamo ancora intatta l’icona di Giovanni Paolo II che prega dinanzi alla Madonna del Miracolo, in ginocchio nella Cappella dell’Apparizione. Il 28 febbraio 1982, infatti, giunse in visita pastorale alla Parrocchia. L’evento fu preparato diligentemente dal parroco P. Pasquale Clemente, con la preghiera quotidiana durante l’anno di attesa e con una predicazione straordinaria nei giorni 24, 25, 26 febbraio. È stato stampato un numero speciale del Giornale di S. Andrea che riporta minuziosamente i momenti più salienti della visita. Presenti il card. Vicario Ugo Poletti, il card. Agnello Rossi, Prefetto di Propaganda, l’Ecc.mo mons. Simon Lourdsami, Segretario di Propaganda, i membri dell’Ambasciata di Spagna, le comunità religiose, il Terz’Ordine dei Minimi ed un incalcolabile numero di fedeli, giunti da ogni dove. Ampia relazione rilasciò “L’Osservatore Romano” del 28 febbraio.
San Paolo della Croce
Fondatore dei Passionisti, fu uno di quei grandi uomini, potenti in opere e parole che Dio inviò alla sua Chiesa perché con la virtù e la santità richiamassero le anime dei traviati alla scuola delle verità rivelate. Per oltre quarant’anni egli percorse ogni regione d’Italia e con la luce della parola e degli esempi convertì innumerevoli peccatori. Nel 1775 Papa Clemente XIV indisse il Giubileo straordinario e volle che nelle principali chiese dell’Urbe si predicassero le missioni. A P. Paolo furono presentate tre chiese: S. Carlo al Corso, S. Andrea delle Fratte, ove si trovava l’alta aristocrazia, e S. Maria della Consolazione, un quartiere popolare. Egli scelse quest’ultimo dicendo che «il Signore l’aveva mandato ad evangelizzare i poveri». Però il Cardinale non approvò tale scelta e per dargli occasione di spargere con maggior frutto il seme della Divina Parola lo inviò presso la Basilica di S. Maria in Trastevere.
Venerabile P. Bernardo M. Clausi
Il venerabile P. Bernardo Maria Clausi (1789-1849), dei Minimi, era legato a San Vincenzo Pallotti da un’amicizia spirituale ed intima che certamente si consolidò nel corso della sua permanenza a Roma, nei conventi di Sant’Andrea delle Fratte e di S. Francesco di Paola ai Monti. Si scambiavano visite, amavano pregare insieme e si aiutavano nelle opere apostoliche. Lo storico Francesco Amoroso afferma che il Clausi era l’amico più caro del Pallotti. Il loro rapporto si esprimeva anche nella collaborazione nelle opere apostoliche. Il Pallotti, infatti, affidava al Clausi la direzione spirituale di qualche anima buona, sua penitente, specie quando doveva assentarsi da Roma. Lo mandava a chiamare quando la gente desiderava parlare con lui, per confessarsi o per ricevere consigli ed ispirazioni. La collaborazione che si attuava tra questi uomini di Dio, aveva come fondamento la reciproca fiducia e stima.
Beato John Henry Newman
Nel corso del suo soggiorno in Propaganda Fide, Newman accenna molte volte nelle sue lettere al fatto che le finestre del celebre Collegio davano sulla «chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove Nostra Signora della Medaglia Miracolosa era apparsa ad Alfonso Ratisbonne, il 20 gennaio 1842». Egli avrà senz’altro riconosciuto come un segno della provvidenza amorevole di Dio l’essere così vicini al luogo dell’apparizione. Un quadro di Marie Giberne mostra la sua consapevolezza della protezione della Madonna: Newman e il suo caro amico Ambrose St. John sono ritratti seduti in una delle loro stanze al Collegio di Propaganda, mentre Nostra Signora della Medaglia Miracolosa sta in piedi dietro di loro, come se vegliasse su di essi. La Medaglia Miracolosa e la speciale preghiera fatta per lui a Parigi dall’amico St. John giocarono un ruolo fondamentale nel suo cammino di adesione alla Chiesa Cattolica. Nella capitale francese visitò anche il santuario di Notre Dame des Victoires, in segno di gratitudine per le preghiere offertegli da una Fraternità dell’Immacolato Cuore di Maria, che aveva come simbolo l’immagine della Medaglia Miracolosa.
Venerabile Bonaventura Gaona, dei Minimi
Nacque a Martina Franca il 2 ottobre 1598, in una famiglia di origine spagnola. Fin da piccolo amava la preghiera e trovava diletto nel fare il predicatore davanti ai compagni di gioco. Aveva dieci anni quando in città arrivarono i Frati Minimi e il loro esempio fece maturare nel ragazzo, a soli tredici anni, il desiderio di entrare nell’Ordine. Di lì a poco emise la professione, prendendo in nome di Bonaventura. Studiò con passione filosofia e teologia, fu ordinato sacerdote e destinato all’insegnamento e alla predicazione. Fu anche nominato Correttore del Convento di Sant’Andrea delle Fratte, ove morì. Padre Bonaventura fu un maestro di spiritualità, operò miracoli ed ebbe il dono della profezia. Con l’autorizzazione di Papa Innocenzo X fu tumulato nella cappella della Natività di Maria in Sant’Andrea delle Fratte. Successivamente si stampò anche una sua immagine che giunse fin nelle Fiandre e su cui si scrisse «Venerabile P. Bonaventura a Martina miraculis clarus».
Beata Giuseppina Vannini
Nacque a Roma il 7 luglio 1859 da Angelo Vannini e Annunziata Papi. Il giorno seguente fu battezzata nella Parrocchia di S. Andrea delle Fratte e al fonte battesimale le furono imposti i nomi di Giuditta, Adelaide, Agata. È la Fondatrice delle Figlie di San Camillo. Fiduciosa dell’aiuto divino, in appena 19 anni di lavoro, Giuseppina riuscì a diffondere l’Istituto in Italia, in Francia, in Belgio e nel Sudamerica. Oggi le Figlie di San Camillo operano l’assistenza agli ammalati in quattro continenti: Europa, Asia, Africa, America. Sentendo avvicinarsi il momento della sua dipartita, ripeteva alle figlie: «Fatevi coraggio! Anzitutto è Dio che manda avanti le cose e non io». Ricca di meriti e circondata di grande fama di santità, la Madre entrò nella vita eterna il 23 febbraio 1911. Il 16 ottobre 1994 Giovanni Paolo II la proclamò “beata”.
San Massimiliano Kolbe
Chierico presso il collegio di S. Teodoro, sentendo il suo maestro P. Stefano Ignudi descrivere l’apparizione della Vergine ad Alfonso Ratisbonne – era il 20 gennaio 1917 – Massimiliano ebbe la sua prima ispirazione della Milizia dell’Immacolata. Non solo, venne in S. Andrea delle Fratte il 29 aprile 1918 per celebrare la Prima Messa all’Altare della “sua Madonna”. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.
Santa Teresa di Calcutta
Madre Teresa, pure lei Apostola infaticabile della Medaglia Miracolosa, visitò la Basilica la sera del 7 dicembre 1985, Vigilia dell’Immacolata Concezione, ricorrendo le celebrazioni per il Quarto Centenario dell’erezione della Parrocchia. In questa circostanza il Tempio fu gremitissimo di fedeli. Ella per non mancare all’appuntamento con la Madonna chiese rispettosamente il permesso di congedarsi a Giovanni Paolo II, col quale nel frattempo era in colloquio. Il messaggio della nostra Santa è sempre attuale: che ognuno cerchi la sua Calcutta, presente pure sulle strade del ricco Occidente, nel ritmo frenetico delle nostre città. «Puoi trovare Calcutta in tutto il mondo – lei diceva – se hai occhi per vedere. Dovunque ci sono i non amati, i non voluti, i non curati, i respinti, i dimenticati».
Santa Teresa del Bambin Gesù, sua sorella Celina e San Ludovico Martin, suo padre
Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente credente. Di recente anche i suoi genitori sono stati canonizzati. Ella ricevette una educazione religiosa che presto la indusse a scegliere la vita del Carmelo di Lisieux. Nel novembre del 1887, su Via di capo Le Case, n°55 vi era un modesto albergo dove la piccola Teresa, con la sorella e con il padre, pernottò nel corso del suo soggiorno romano. In quegli stessi giorni, ancora quindicenne, Teresina avrebbe chiesto a Papa Leone XIII il permesso di entrare nel Carmelo anzitempo. Sappiamo anche che la piccola comitiva ascoltava la Messa nella vicina Chiesa di S. Andrea delle Fratte, ove la Santa affidò alla Madonna tutte le sue aspirazioni. Nel 1896 si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte. Nel momento della sofferenza apprende che a lei, piccola, è affidata la conoscenza della piccola via, la via dell’abbandono alla volontà di Dio.
Venerabile P. Pio Dellepiane, dei Minimi
Dal 27 giugno 1933 fino al 1948, la Parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte divenne il campo più importante e più fiorente del suo apostolato, per le confessioni, per la direzione spirituale, per l’assistenza agli infermi e moribondi e per il soccorso a numerosi poveri. Il nucleo più consistente degli assidui frequentatori del Servo di Dio, a Sant’Andrea, come altrove, era costituito di devoti e “Figli spirituali” di Padre Pio da Pietrelcina, dei quali il nostro era considerato uno dei fratelli maggiori e più autorevoli della loro famiglia spirituale. Ricordiamo anche la bellissima amicizia avuta con il Servo di Dio Passionista P. Candido Amantini. Il nostro Venerabile morì il 12 dicembre 1976. I suoi resti mortali, dal cimitero del Verano furono trasportati e seppelliti in Sant’Andrea delle Fratte al lato destro nella cappella di San Francesco di Paola.