14 Marzo 2023
Martedì III Settimana diQuaresima – 14 Marzo 2023
Liturgia della Parola (Dn 3, 25.34-43; Sal 24 (25))
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Riflettiamo insieme
Siamo particolari. Ci facciamo i conti soprattutto quando ci conviene. È il caso del perdono che quando lo dobbiamo ricevere deve essere illimitato, ma quando siamo noi a darlo deve essere contato.
D’altronde noi siamo sempre quelli buoni, quelli che ci mettono il cuore e quando qualcuno ci offende, quel nostro cuore ferito è poco propenso ad aprirsi al perdono. E allora ci facciamo i calcoli e quel nostro modo di fare non è tanto lontano da quello di Pietro che credendo di tenersi largo propone un perdono che arrivi fino a sette volte. Ma Gesù dà ancora più i numeri e fa capire che nel perdonare bisogna perdersi e che occorre tenere in conto piuttosto l’atteggiamento di Dio nei nostri confronti.
La verità è che facciamo fatica a perdonare perché non ci sentiamo dei perdonati! D’altronde noi siamo quelli buoni, sono sempre gli altri a fare il male… Ma uno solo è sempre Buono e non siamo né io né tu. Sentiamoci dei perdonati e saremo in grado di perdonare senza fare i conti a nessuno.
Preghiamo insieme
Signore Gesù, donami di abbandonare il modo di misurare umane per imparare quello divino. Donami di imparare a perdonare e ad amare con la stessa misura che tu hai usato sulla croce. Amen.